Il nome di un’uva che non ti aspetti in Campania. E infatti non è uva Barbera. A volte le scelte compiute dai territori e dalle persone del passato si scontrano con il buon senso e seppure esista una DOP Barbera del Sannio, resta difficile non associarla all’omonimo grappolo tipico del Piemonte. Eppure, neanche si assomigliano. In realtà il vitigno che Ca’ Stelle vinifica per questa denominazione di origine, si chiama Camaiola. Ed è così che dovrebbe e dovrà chiamarsi la DOP.

Perché la Camaiola è, più di ogni altra uva, tipica di queste colline, di Castelvenere, di questa zona in terra sannita dove viene recuperata in purezza e non più utilizzata come uva da taglio per sfruttarne il colore intenso. Si discute molto dell’origine greca di tanti vitigni conosciuti ma questo è decisamente autoctono e merita di essere rilanciato, a partire dal suo nome originale.

Insomma, la Camaiola è figlia legittima solo di questo territorio, più della Falanghina e dello stesso Aglianico che è il Re del Sannio, certo, come la Falanghina ne è la Regina, ma solo se comprendiamo tutta quella regione che nell’antichità andava dall’Abruzzo meridionale al Molise, passando per la Campania nordorientale. In tal caso la Camaiola è un nobile locale, comunque riferimento più tipico della Valle Telesina e delle sue colline. Non una cosa da poco, sapendo che ospita le aree più vitate di tutta la Campania e che Castelvenere è stata “Città Europea del Vino” 2019.

E allora coccoliamo questo vino con le cure migliori, dalla vigna alla cantina, promuoviamolo sul mercato, esaltiamolo con i sapori che lo circondano, tuteliamolo nella sua tipicità. È facile, perché Alkeys si sposa alla perfezione con i colori e i profumi del suo terroir, al centro di un areale popolato di vigne, oliveti e meleti. Bacia appassionatamente i gustosi primi piatti con ragù e pasta fresca della zona, si completa con il tradizionale caciocavallo locale di media stagionatura.

Anche questa etichetta di Ca’Stelle ama guardare in alto verso le stelle e forse verso una in particolare (Alkes) che, guarda caso, si trova in una costellazione a forma di coppa, nella quale degustare un vino che piace nei profumi e nel gusto. Va bevuto con leggerezza, avvolti dalla morbidezza dei sentori di frutta rossa e di rosa e viola, oltre che da un’alcolicità presente ma non ingombrante. Ma sempre in ottimo equilibrio con le durezze, a partire da un tannino che non aggredisce il palato. Un vino che non delude mai e non esagera nella struttura, perché non vuole strafare, anche se da Ca’ Stelle stanno già guardando a nuovi orizzonti, tanto che nella costellazione di Andromeda lo fanno già affinare in botti di rovere e con il nome di Antylia, hanno già prodotto un interessante rosato.

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